Istanbul (İstanbul), Marmara
Hagia Sophia, in turco Ayasofya Müzesi (Santa Sofia, Basilica patriarcale ortodossa, poi divenuta moschea e ora Museo). All’interno, sul piano marmoreo del muretto di una delle balconate. Il nostro corrispondente e amico Giulio Coluzzi ci ha assicurato che esistono diversi altri esemplari sui davanzali dell'edificio.
Foto: Giulio Coluzzi
All'esterno della chiesa di S. Sofia sono stati segnalati numerosi probabili tavolieri, formati da piccole scacchierine o coppelle, come dal sito dell'archeologo J.Manuel Hidalgo, alle seguenti pagine:
Una nostra amica ci ha raccontato di aver visto al giorno d'oggi giocare tranquillamente le persone fuori dal centro storico. Tracciano al suolo delle buche per giocare o dei disegni che riproducono lo schema del tris o del filetto. Interessante è che in origine il gioco (chiamato Kumalac) sarebbe stato usato per pratiche divinatorie e per avere fortuna.
"[...] Yet another kind is mill, merelles, morris; a kind of board game. A rectangle is chalked on the pavement and divided into four squares by lines drawn parallel to the sides from the center of one side to that of the other. Standing at a fixed distance the players each take three stones, and each plays, in turn, with the object of placing his stones in a straight line. If a stone is between two belonging to an opponent it may not be moved and is considered blocked. This is called Üç Taş (Three Stones) like Three Man Morris or Merrymen. The other kind, more like Nine Men's Morris, is similar, with the object of getting three stones in a line; it is called Dokuz Taş (Nine Stones) or Dokurcun. The origin of the Turkish game probably goes back to the Kirghiz, Kazak, and Uzbek tribes of Central Asia, where spreading nine stones called Kumalak was used in fortune-telling and divination" (da "TURKISH CHILDREN’S GAMES", Turkish Culture Portal).