RONCOLA SAN BERNARDO (BG)

In un casale privato in via di ristrutturazione (segnalata dal proprietario). Questa Duplice Cinta nel modello particolare, cioè “a croce piena” e con diagonali che si incontrano al centro (al momento in cui si scrive ne abbiamo censite 9 in Italia), è stata trovata togliendo un pavimento che era stato posato al di sopra. Per tale operazione, si era scalpellata la superficie per fare aderire meglio le piastrelle, ma la Duplice Cinta ne ha subito le conseguenze: oggi infatti si presenta assai deturpata, tuttavia leggibile. Dopo che il gentile proprietario ci ha invitato a vederla, ci siamo accorti che non si trattava di una Triplice Cinta, come potrebbe sembrare di primo acchito: i lati più esterni costituiscono una sorta di cornice dello schema e ne abbiamo prova certa dai segmenti mediani, che non raggiungendo la terza cinta più esterna (che è quindi una cornice). Nei nostri studi ci è capitato di incontrare casi analoghi (rari) e questo deve far riflettere perché fare una cornice mette in risalto cosa c’è dentro. Inoltre l’esecuzione di questo schema è assai curato: i tratti sono puliti, non approssimativi e sicuramente eseguiti con strumenti geometrici (riga, squadra). Insomma siamo lontani dal graffito frettoloso ed estemporaneo dei pellegrini, ad esempio. In questo caso si voleva far durare l’esemplare nel tempo; anche le grandi dimensioni depongono per una notevole attenzione verso lo schema. A che scopo fu realizzato? Tenendo appunto conto delle dimensioni adeguate e alla posizione orizzontale, verrebbe da dire: a scopo ludico. Con una duplice cinta sono necessarie le diagonali per ottenere più incroci e nel caso presente sono stati prolungati pure i segmenti mediani, in maniera tale da ottenere un “Tris” nello spazio centrale. Questo, secondo alcune testimonianze raccolte in altre regioni, consentiva di usare lo schema per due giochi: filetto e tris. Nonostante questa sia l’ipotesi più probabile da considerare, non dobbiamo scartarne altre; il proprietario del casale ci ha riferito che quello che adesso è un pavimento interno, un tempo non lo era, costituendo la soglia di un passaggio che immetteva all’esterno. Se è vero che proprio sulle soglie si giocava (i bambini erano sorvegliati e le madri stavano più tranquille), dobbiamo ricordare che tali schemi – per la loro somiglianza a dei reticoli – potevano detenere altre interpretazioni, specie in vecchi casolari isolati montani e in contesti superstiziosi: certe zone dell'abitazione come le soglie, le canne fumarie, i camini, i davanzali, si ritenevano particolarmente vulnerabili agli attacchi di streghe, spiriti e demoni. Ci si doveva pertanto proteggere con segni apotropaici atti a tenere lontano spiriti maligni e/o propiziare la buona sorte. In tale ottica potrebbe inquadrarsi anche questo schema. La rarità del modello in Lombardia spinge inoltre a chiedersi se i casi fossero più numerosi e siano scomparsi oppure siano ancora da trovare; l'appello va ai proprietari di vecchi edifici dove potrebbero ancora annidarsi schemi come questo (ma segnalate comunque tutti gli schemi che trovate!).Le misure di questo schema depongono per una figura geometrica rettangolare irregolare (si vedano le misure riportate sull’immagine fotografica); le diagonali sono lunghe 59 cm.

  • Crediti: segnalazione del proprietario della tenuta, che si ringrazia vivamente
  • Foto: M. Uberti (31/08/2024), si pubblica dietro autorizzazione del proprietario dell’immobile
webmaster Marisa Uberti